La mia seconda maratona

il 16 marzo 2008 ho corso la mia seconda maratona in assoluto, qui a Roma.

 

Pettorale 2955, seconda griglia dietro ai vip e top runner. Sono arrivato al Colosseo con lo scooter. Era poco prima delle 8.00, ma la gente era già tantissima. Ho trovato i miei amici al luogo convenuto, poco distanti dall’arco di Costantino. C’è quasi tutto il gruppo delle 6, Agostino, Stefano, Mauro, Nestore, Eugenio. Poi è arrivato anche Alessandro con la moglie.

Poi sono arrivati anche gli altri della squadra. Dopo esserci scambiati gli scongiuri ognuno è andato a lasciare la borsa al camion.

Per la prima volta ho deciso di correre con un po’ di musica. Il giorno prima avevo comprato delle cuffie leggere, proprio per correre e avevo anche preparato una compilation da corsa a base di Corvus Corax…

Messi gli occhiali, le cuffie e preparata la musica, il Garmin e controllate le tavolette di Enervit ho fatto un breve riscaldamento e mi sono buttato in griglia dove ho trovato Eugenio, Francesco e altri compagni di squadra.

La musica era fortissima, suonava "The Final Countdown" degli Europe, l’adrenalina nel sangue altrettanto alta.

Mi sono preparato con il gruppo delle 6 per 3 lunghissimi mesi. Ripetute, medi, corti, lunghi, lunghissimi… tutto lasciava pensare ad un tempo medio di 3 ore e 10 minuti. Ma ci sarei veramente riuscito? Il mio gruppo si aspettava questo tempo… o meglio ancora… ma 42,195 km sono tanti e possono succedere tante cose.

La sera prima avevo provato a calcolare i vari passaggi a 10, 15, 20 , 30 km. Foglione excel e tanti calcoli. Usciva una media di 4m 23 s a km… dovevo tenere quel passo.

Poco prima delle 9.00 sono partiti i diversamente abili e retrorunner,  poi è cominciata la nostra avventura.

Eugenio avrebbe seguito i palloncini delle3 ore e 15 min. Francesco andava per le 3 ore e 30 min… insomma ero solo. All’ultimo momento ho optato per i Depeche Mode, sparati il più alto possibile in cuffia e via.

 

All’inizio si cammina, ma ero abbastanza avanti e molto presto mi sono trovato a correre a 4m 25s, andava bene.

 

All’inizio avevo dolori ovunque, mi domandavo se sarei arrivato alla fine. Ma Agostino il giorno prima, scherzando aveva detto proprio quello… scommetto che con tutti i dolori che sentite oggi vi state chiedendo come frete a correre la maratona domani… era vero!

 

Passo piazza venezi8a, poi ci si butta in discesa verso il Circo Massimo, poi ancora verso la Piramide. Lungo il viale che porta verso San Paolo vengo affiancato dai palloni delle 3 ore. Un mare di gente dietro. Intravedo un paio di compagni di squadra, sono Claudio e Stefano. La tentazione di buttarmi anche io  nel gruppo è fortissima, ma 3 ore è fuori portata. Il mio Garmin, nel quadrante della velocità media, riportava 4m 15s, mentre la velocità istantanea era di 4m 5s. Va bene così e li ho lasciati sfilare facendo attenzione a non perdere troppo il contatto.

Poco prima del primo ristoro ai 5 km, supero Claudio, mentre Stefano prosegue dietro i palloni delle 3 ore.

Al ristoro ho preso acqua, i sali li avevo con le barrette di enervit. Un po’ d’acqua è arrivata anche nello stomaco… passando tra naso e bocca…

Proseguo al mio passo. Nei pressi di piazza della Radio vedo l’inglese davanti a me. Ha un paio di persone dietro che lo proteggono dalla fiumana di gente e due ai lati. Mentre lo supero parte spontaneo un applauso al quale mi unisco volentieri.

Al ristoro del 10 km arrivo un po’ in anticipo rispetto alla media che avevo studiato. Passo a 43m… rispetto ai 44m stimati a tavolino. Il ristoro è gestito ai miei compagni di squadra. Mollicone urla qualcosa ma ho le cuffie a tutto volume e non capisco. Prendo un bicchiere d’acqua da Antonio e come il precedente lo bevo un po’ con la bocca e un po’ con il naso.

Passata via Marmolada e di nuovo sul lungo Tevere mi sembra di vedere un amico che non sentivo da un po’. Sta tornando indietro con qualche altra persona. Che abbia perso il chip? Lo chiamo ma non mi ha sentito. Comunque ho controllato che il mio chip fosse ancora alla caviglia.

Verso il 14 km è tempo di prendere una barretta di enervit. Le avevo provate in allenamento tirandole fuori dal tubetto. Per la gara ne avevo preparate 8 incartate una per una in alluminio e messe in un porta cellulare alla cintura. La preparazione si rivela efficace. Più difficile e farla sciogliere in bocca mentre si corre. La volta prossima proverò il gel.

Sono arrivato al ristoro del 15 km con la tavoletta praticamente sana, ma ho preso acqua comunque. Questa volta mi sono portato il bicchiere con me un po’ più allungo, prendendo sorsi più piccoli e curando che vadano solo e solamente per la gola.

Eravamo arrivati a piazza Cavour, poco dopo ho visto Romolo che tornava in corsa dopo una… ritirata. E’ poco lontano e lo supero incitandolo.

Il mio passo è sempre molto veloce, più veloce di quanto avessi pianificato, procedo a 4m 17s di media. Il Garmin suona i bip in anticipo sui chilometri segnati. Lo riallineo con i km segnati in gara, ma segna circa 200 m di più… forse devo tagliare meglio le curve?

Lungo il via della Giuliana incontro Nestore ed Enzino, mi avvicino per salutarli. Enzino mi vede rallentare e mi esorta a proseguire, a raggiungere i palloni delle 3 ore. Saluto e proseguo.

Al ristoro del 20 km arrivo con in bocca la seconda tavoletta… Ho preso il bicchiere e l’ho bevuto con la tecnica dei sorsettini.

La mezza maratona la passo sempre in anticipo rispetto alla mia tabella di marcia, al tempo di 1h 30m. La proiezione direbbe 3 ore… e in effetti i palloni delle 3 ore sono sempre in vista.

 

Continuo a correre, un occhio al Garmin, uno ai km segnati. Il gruppo è abbastanza rarefatto. Diventa abbastanza raro superare o essere superati. Il gruppo delle 3 ore è avanti ma sempre a vista.

Il 25 km arriva quando comincino ad arrivare i primi sintomi della stanchezza. Mi accorgo che sto leggermente rallentando, ma la velocità media va bene. I palloni delle 3 ore mi sembrano essersi allontanati.

Poco dopo c’è la Moschea e il mitico 27 km. La crisi che mi aveva colto qui l’anno scorso è di nuovo qui in agguato. C’è una leggera salita, non si vede nulla, non c’è pubblico… è proprio il luogo ideale per la crisi. Sono in buona compagnia. Io continuo a correre ma in molti camminano. Lungo la discesa, tra il 28 e il 29 km, c’è un pace maker delle 3 ore (presumo) che si sta ritirando. Stava mettendo via il pallone, ma sulla maglia era ben scritto pace maker.

Sempre in quella zona mi supera un compagno di squadra che non conosco. Corre con passo preciso e inesorabile… sembra non stia faticando per nulla.

In quella zona butto in bocca la 3 tavoletta di enervit, ma mi ha abbastanza stomacato… dubito ne assumerò ancora.

Arriva il 30 km, il ristoro, l’acqua. L’anno scorso mi ero fermato a bere, ma adesso non ho tempo. Sto rallentando ancora, sto a 4m 20s circa, ma la media è ancora buona e devo tenere.

Da quelle parti supero Fabio, che procede con tenacia.

Al sottopasso del lungo tevere incontro Renzo che sta in bici con il bimbo. Mi incita, mi dice che è da poco passato Agostino e che mi vede bene. Io sto per morire… ma evidentemente tengo bene. Merito degli occhiali da sole?

Renzo mi saluta, va a vedere gli altri. Io lo saluto, rimetto i Depeche Mode e mi preparo alla salita del sottopasso.

Il 34 km è vicinissimo. Da li comincia il centro. Mi ricordo che l’anno scorso li erano tornate le forze…

Al 34,5 km giriamo verso piazza Navona. Cominciano i sampietrini e le salitelle del centro. È dura, più dura dell’anno scorso, ma il tempo medio è ancora buono, devo stringere i denti, mancano solo 8 km.

A piazza Navona ci sono i tavolini e le persone sedute al bar che ci guardano passare… pensa se correndo gli prendessi una bottiglia d’acqua come ai ristori…

Il ristoro del 35 km sta su corso Vittorio Emanuele. Prendo una bottiglietta d’acqua, sperando di bere meglio… va in effetti meglio e la butto poi in un camion della nettezza urbana.

Dopo il 36 km comincia via del Corso. Mi sembra lunghissima, mancano solo 6 km ancora, ma c’è da arrivare in fondo e tornare poi verso il Colosseo.

Continuo a rallentare, ma la media è ancora buona. Quando giro a piazza del popolo non vedo più i palloni delle 3 ore, ma intravedo Agostino e Paolo. Mi sembrano a portata e provo ad accelerare per raggiungerli.

Salitella ancora con sampietrini. Sono stanco e rallento più di quanto pensassi. Al 40 km mi fermo qualche secondo e mando giù, tutto via esofago, un bicchiere d’acqua. Quanto è buona l’acqua… ancora 10 minuti al massimo e mi posso scolare tutta l’acqua che voglio.

Agostino è ancora in vista ma si è allontanato. La benzina è finita… faccio la salita di via dei Cerchi a 5 m a km. Il 41 km è ancora più duro… ma è finita. Finiscono i sampietrini. Tutti attorno a me si mettono a correre all’impazzata… penso che possono andare a quel paese… ma è l’ultimo allungo e mi butto anche io. Comincio a correre e sento i muscoli che tirano, ci mancherebbe uno strappo adesso… ma proseguo, il garmin mi dice che sto a 4m e 7s… mancano solo pochi metri… supero uno in maglia rossa e alzo le braccia. È fatta. 3 ore 6 minuti e 26 secondi.

All’arrivo c’è Vincenzo, un amico che è il primo a congratularsi con me, ma c’è anche Enzo e la mamma che stenta a riconoscermi.

 

Poco più avanti una ragazza mi mette al collo la medaglia. Mi levano il chip, io non ci provo neanche a chinarmi, memore delle fitte dell’anno scorso, infine ricevo un mantello termico che svolazza al vento e fa tanto rumore.

C’è anche Agostino e Paolo. Ci congratuliamo uno con l’altro. Agostino ha avuto un problema alla coscia, ma ha chiuso lo stesso. È stata solo testa e volontà a portarlo all’arrivo.

 

È fatta…. Non resta che ritirare la borsa con il cambio. Rimango sorpreso, mi sembra che ci sia pochissima gente, non come l’anno scorso che era tutto occupato… Arriveranno dopo…

 

È fatta! Devo cambiarmi ma ho tutto il tempo che voglio adesso…

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